Residenza Montedoro : la musica come ponte tra generazioni e culture .
San Pietro al Tanagro (Sa) – Ogni settimana, nella Residenza Montedoro, grazie al progetto “Memorie in Musica” si intrecciano le vite di anziani e ospiti rifugiati provenienti dall’Ucraina, uniti dalla forza della musica.
Qui la Musicoterapia non è solo un’attività ricreativa, ma un viaggio emozionante che permette di abbattere barriere culturali e generazionali, favorendo l’integrazione e creando nuovi legami. Il progetto, nato dalla volontà della Cooperativa Sociale Iskra, si fonda sulla convinzione che la musica sia un linguaggio universale, capace di trasmettere emozioni e ricordi senza bisogno di parole. Ogni sessione coinvolge i partecipanti in un percorso di improvvisazione musicale, ascolto e condivisione, che si trasforma in un momento di crescita e di comunità per tutti.
La Musicoterapia come cura e connessione emotiva
Il Centro ospita anziani locali e rifugiati provenienti dall’Ucraina che hanno lasciato il proprio Paese in cerca di pace e sicurezza. Per entrambi i gruppi, la Musicoterapia rappresenta un sostegno emotivo prezioso. “La musica aiuta gli anziani a riaccendere ricordi e li fa sentire di nuovo attivi e coinvolti”, spiega Santina D’Elia, la Musicoterapista che cura il progetto “Per i rifugiati, invece, è un’occasione per esprimere le emozioni legate alla loro Terra e per raccontare il proprio vissuto in modo indiretto ma profondamente sentito.”
Alcuni anziani hanno poi rivissuto nei racconti degli ospiti ucraini il proprio vissuto quando, in gioventù, anche loro hanno sperimentato momenti di guerra e crisi che li hanno costretti a emigrare all’estero. Durante le sessioni, alcuni anziani si ritrovano ad ascoltare e cantare melodie popolari del loro passato, mentre i rifugiati introducono ritmi e strumenti tradizionali del proprio paese. Questa condivisione di suoni e melodie crea un’atmosfera unica e intima, dove le differenze culturali diventano ricchezza e scoperta reciproca.
Dall’Ucraina sono presenti 20 ospiti di cui 7 bambini ed è interessante notare come per gli anziani sia del tutto naturale e stimolante comportarsi “da nonni” nei confronti dei più piccoli .
Incontri e integrazione: una comunità che si riconosce
Le attività di gruppo, dalla creazione di ritmi comuni all’improvvisazione con tamburelli, maracas e canto , favoriscono il dialogo e la comprensione reciproca. Gli anziani sono affascinati dai ritmi e dai canti proposti dagli ospiti ucraini e questi ultimi si lasciano coinvolgere dalle melodie della musica popolare del tempo passato. Nascono così momenti preziosi che offrono agli anziani la possibilità di aprirsi al mondo e ai rifugiati un senso di accoglienza e di appartenenza alla comunità.
Le sessioni di musicoterapia diventano così uno spazio in cui le storie di vita si intrecciano, aprendo un dialogo che va oltre le parole. Alcuni rifugiati, che all’inizio avevano difficoltà a socializzare, hanno trovato nei canti e nei ritmi comuni un mezzo per superare la diffidenza e costruire fiducia, trasformando il centro in un luogo che riconoscono come casa. Sopratutto i ragazzi, inizialmente un po’ diffidenti, partecipano ora con grande interesse, in particolare Paolina, Viktoriia ma anche Yevsttyhnieiev Daniil e Roman che, suonando lachitarra, regalano momenti di accompagnamento musicale alle due realtà che si fondono in una.
Testimonianze: il potere trasformativo della musica
Per gli anziani del centro la Musicoterapia ha avuto effetti profondi, come raccontano loro stessi. “Quando Santina ci accompagna con il pianoforte e ci chiede di intonare i canti della nostra gioventù ci sembra di tornare giovani . All’inizio avevo un po’ di timore verso i ragazzi ucraini , perché non sapevo come parlare con loro ma ora mi sento a mio agio e cerco di insegnare loro le canzoni della mia infanzia,” dice sorridendo una delle ospiti. Anche Lytvin Valentina , ospite ucraina della “terza età” parla del progetto con gratitudine: “In queste sessioni mi sento libera di esprimermi e di condividere qualcosa di bello del mio paese. Mi sento meno solo e capisco che anche questi anziani hanno vissuto esperienze difficili. La musica ci unisce in modi che non avrei mai immaginato.”
Prospettive future
Il progetto sta attirando l’attenzione della comunità e di diverse associazioni culturali, che stanno valutando la possibilità di organizzare piccoli eventi aperti al pubblico, dove anziani e ospiti ucraini possano esibirsi insieme. La speranza è di far conoscere questo percorso anche alla comunità esterna, sensibilizzando sul tema dell’integrazione e della memoria storica condivisa. La “Residenza Montedoro” al momento offre quotidianamente attività stimolanti con diversi progetti attivi e anche con il Laboratorio di Musicoterapia si riconferma un punto di incontro e di rinascita, dove anziani e rifugiati possono condividere non solo uno spazio, ma anche emozioni, ricordi e speranze per il futuro.
In un mondo in cui spesso dominano le divisioni, questa esperienza dimostra che, grazie alla musica, è possibile costruire ponti di pace e comprensione.